L'aia della Masseria Luco era utilizzata per la molitura del grano, le cui macine erano mosse dalle braccia dell’uomo e dagli animali.
I contadini ammassavano dei fasci di spiga, gettando e distendendo le balle di spiga, l'agricoltore cominciava a trebbiare seguendo il passo degli animali che calpestavano la spiga, in modo da separare il grano dal fieno.
Veniva poi il momento della vagliatura, per cui era necessaria la presenza di una lieve brezza. La vagliatura cominciava nel mattino presto e, delle volte, addirittura all'alba.
Si spulava con un rastrello di legno, gettando per aria la spiga già calpestata, quindi il vento finiva per poggiare il fieno tutt'intorno all'aia.
Dopo, lo si raccoglieva nel fienile per dar da mangiare agli animali durante l'inverno. Il grano, come più pesante, ricadeva sull'aia e veniva raccolto, stacciato due volte e messo in appositi sacchi per essere trasportato al granaio e poi al mulino.